Resina su pavimenti esistenti in ceramica | Articoli | Ingenio

2022-12-02 20:32:28 By : Ms. Alice hu

Quando si decide di ristrutturare casa e dare nuova vita al pavimento, una strada alternativa alla demolizione e sostituzione della pavimentazione è quella di applicare un rivestimento in resina sul supporto esistente.

Nelle abitazioni private, o in ufficio, così come in uno showroom, avere oggi un pavimento in resina rappresenta una scelta sicuramente originale e alla moda che non dipende solo dalla necessità di andare a coprire un vecchio pavimento senza eseguire interventi di demolizione. Infatti, i fattori che spingono nella scelta di un rivestimento in resina sono molti e cercheremo di spiegarli sinteticamente qui di seguito. Innanzitutto, scegliere di applicare un pavimento in resina significa avere una superficie liscia e senza soluzione di continuità. Parliamo quindi di un rivestimento moderno, dal gusto spiccatamente metropolitano e contemporaneo, che ben si adatta ad appartamenti, loft e open-space.

Scegliere di utilizzare la resina per rivestire le superfici interne significa imprimere una scelta decorativa per l’ambiente a cui è destinata. La finitura finale, infatti, può essere liscia o ruvida, lucida o opaca, ed altamente personalizzabile, considerato il fatto che all’interno del rivestimento possono essere inglobati anche aggregati di varia forma, natura e colore.

L'utilizzo della resina come rivestimento in contesti residenziali tutto sommato ha una storia piuttosto recente. Fu infatti a partire dai tardi anni ’90 che si iniziò a farne un uso sempre più frequente per scopi decorativi.

Il termine “sistema resinoso” viene utilizzato per indicare specificità tipiche del processo realizzativo. Mi spiego meglio, con il termine ‘sistema’ si fa riferimento al processo realizzativo in sé che nasce da un’attenta analisi e valutazione delle esigenze del committente e dalle modalità operative specifiche per la realizzazione dell’intervento, ovvero la posa di uno o più strati di prodotti, in sequenza e modalità applicative ben specifiche. L’obiettivo è quello di garantire un risultato finale ottimale e rispondente allo scopo e alle necessità previste. Un sistema resinoso è un composto di leganti sintetici e inerti speciali all’interno del quale possono essere miscelati filler o leganti idraulici tipo il cemento, eventuali pigmenti o diluenti o acqua, cariche speciali e specifici additivi, a seconda dalla funzione d'uso e della destinazione del rivestimento.

In genere i sistemi resinosi possono essere applicati su gran parte dei supporti tipici degli ambienti abitativi; ad esempio, vecchie piastrelle ceramiche o pietre naturali, calcestruzzo, legno, metallo o, nel caso di ristrutturazione che prevedano il rifacimento totale del pavimento, massetti cementizi o di anidrite, anche riscaldanti, e livellanti cementizi. Per ciò che riguarda invece i vecchi rivestimenti tessili, o in PVC o linoleum, deve essere fatta una valutazione approfondita caso per caso.

"Per le piastrelle è vitale assicurarsi che siano saldamente ancorate al loro sottofondo, o per rivestimenti in legno ci si deve assicurare che non possano subire deformazioni dimensionali importanti. L’applicazione di un sistema resinoso non può infatti prescindere dall’avere un supporto dotato di minime resistenze meccaniche, stabilità, coesione in tutti gli strati che lo compongono e idoneità in genere alle sollecitazioni cui sarà sottoposto una volta in esercizio. Particolare attenzione deve essere riservata al trattamento preliminare di preparazione della superficie da trattare che deve essere eseguito poco prima della posa dei materiali e che verrà scelto in funzione del tipo e delle condizioni del supporto da trattare e della natura e stratigrafia dei materiali da applicare." Andrea Invernizzi – Coordinatore comitato tecnico resine di CONPAVIPER

In merito ai vantaggi che si possono ottenere nel riqualificare il vecchio pavimento esistente in ceramica con sistemi resinosi, possiamo dire che:

I sistemi resinosi posso essere applicati anche su pavimenti con impianto radiante. La resina essendo elastica, sottile e resistente, non rappresenta una barriera per questa tipologia di impianti in quanto favorisce il passaggio del calore.

Di contro, rivestire un pavimento esistente con la resina porta con sé anche alcune problematiche, che comunque possono essere superate se ci si affida a professionisti esperti:

In Italia i sistemi resinosi, sia ad uso industriale che decorativo e sia per superfici orizzontali che verticali, sono ben descritti e specificati dalla norma UNI 10966, aggiornata nel 2021, che fornisce molte informazioni utili e importanti per il progettista, l’applicatore e l’utente finale.

Superfici esistenti particolarmente dure, come un rivestimento in piastrelle di ceramica o di pietre naturali, necessitano di un trattamento aggressivo che sia in grado di irruvidirne leggermente la superficie per poter garantire una perfetta adesione del sistema resinoso.

Per questo particolare ambito, la normativa suggerisce di trattare le superfici esistenti mediante levigatura con mole diamantate oppure mediante pallinatura, senza escludere l’uso combinato di entrambi i trattamenti

La posa della resina su piastrelle di ceramica, o elementi lapidei esistenti, deve essere preceduta da un’accurata verifica dell’adesione delle piastrelle al loro sopporto. Va da sé che le piastrelle non aderenti debbano essere rimosse o sostituite e che eventuali spazi di vuoto debbano essere riempiti con prodotti compatibili sia con lo strato di posa esistente che con il sistema resinoso prescelto.

I trattamenti di preparazione utilizzati sulle piastrelle a pavimento per irruvidire la loro superficie e consentire l’idonea posa del sistema resinoso, sono:

Su superfici molto dure, come appunto il gres e il klinker, è possibile intervenire con entrambe le tecnologie in abbinamento. Questa ‘operazione combinata’ abbina la buona preparazione della superficie delle piastrelle dovuta al trattamento di levigatura con dischi diamantati a un buon irruvidimento di tutta la superficie, consentendo una profonda pulizia delle fughe tra le piastrelle dovuta al trattamento di pallinatura.

Si ricorda che il tipo di preparazione – levigatura o pallinatura - di supporti ceramici, o pietre naturali, viene scelto in funzione della tipologia di sistema resinoso che sarà applicato.

Quando si applicano sistemi resinosi in basso spessore o lisci e autolivellanti su piastrelle, è possibile che permangono segni visibili delle fughe sottostanti. Per evitare il problema è opportuno applicare uno o più strati preliminari di rasatura e/o livellamento, oltre a quelli già previsti dal ciclo del sistema resinoso, in cui è possibile annegare anche una rete in fibra di vetro o sintetica.

Applicare uno strato di armatura nel sistema resinoso, costituito da rete o foglio di tessuto-non-tessuto di materiale sintetico o vetro, eventualmente a filo continuo, completamente annegato in uno più strati del formulato resinoso, permette di controllare e ridurre l’entità di eventuali danneggiamenti che il sistema resinoso potrebbe subire nel caso si verificassero deformazioni del supporto di posa. In genere, l’aggiunta di una rete in fibra di vetro o sintetica è consigliata se il supporto presenta fessure, fughe, giunzioni di diverse tipologie di materiali. In presenza di difetti di planarità del supporto che superano le tolleranze specificate in fase di progetto deve essere eseguita la posa di strati di livellamento e/o compensazione per raggiungere il livello di planarità richiesto. Per lo scopo devono essere impiegati prodotti compatibili sia con lo strato di posa esistente che con il successivo sistema resinoso.

Generalmente per ambienti residenziali la scelta del sistema resinoso ricade sui cosiddetti sistemi resinosi decorativi. Oltre alle loro proprietà di durabilità e resistenza, sono particolarmente scelti per l’alta valenza estetica offerta dell’effetto finale dato alla superficie. Il ciclo di posa dei sistemi decorativi varia a seconda della natura del formulato resinoso che viene impiegato e dall’effetto decorativo che si vuole ottenere.

Gli spessori applicati possono variare da un minimo di 1,5 mm a spessori maggiori, quest’ultimi stabiliti dal produttore a seconda della tipologia di sistema scelto.

Si possono avere effetti estetici molto diversi - a riguardo suggerisco la lettura a questo approfondimento LINK - e che l’effetto finale può essere influenzato, oltre dalla tipologia di materiale impiegato e dal ciclo di posa, anche dalla manualità dell’applicatore che esegue l’opera. La norma UNI 10966 riporta nel dettaglio quelli che sono i fattori che influenzano l’effetto estetico finale - a riguardo di veda il punto 8.12 - e i criteri dei limiti di accettazione degli inestetismi superficiali - si veda il punto 9.2 della norma.

Per garantire durabilità al sistema resinoso è necessario eseguire una accurata e adeguata manutenzione e pulizia delle superfici. Si deve inoltre tenere conto del fatto che la normale usura della superficie in resina, dovuta al suo utilizzo, può modificare il suo grado di lucentezza, presentare graffi o modificarne sensibilmente l’aspetto, anche in modo non uniforme, nelle aree soggette a maggiore usura o sollecitazione.

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